Export USA: etichettatura dei prodotti alimentari
L’etichettatura alimentare negli USA è regolamentata dalla FDA (CFR 21.101). La norma stabilisce una tipologia di etichettatura totalmente diversa da quella valida in UE per posizionamento delle informazioni e per la relativa importanza delle stesse. A volte per esigenze di marketing e comunicazione le aziende tendono ad inserire nelle etichette dei prodotti alimentari da esportare negli Stati Uniti frasi, dichiarazioni, foto o disegni che comportano delle conseguenze a livello normativo con quanto previsto dalla FDA e che vanno prese in considerazione in fase di definizione delle etichette.
Per comprendere l’argomento alcune importanti definizioni:
- Principal Display Panel (PDP): è la parte del packaging che più probabilmente sarà esposta al consumatore al momento dell’acquisto
- Information Panel: corrisponde alla parte del packaging immediatamente alla destra del Principal Display Panel
- Intervening Material: sono tutte le diciture in etichetta che non sono espressamente richieste dalla FDA
Sul PDP devono essere riportate almeno due delle informazioni obbligatorie: il nome del prodotto e la quantità netta.
La dichiarazione di identità è il nome dell’alimento e deve apparire sull’etichetta frontale, o PDP. Occorre utilizzare una scrittura ben visibile e deve essere in grassetto. Esistono anche delle precise indicazioni relative alla grandezza dei caratteri (un concetto che ci è sicuramente più familiare). Rispetto alle dimensioni minime previste per l’Europa (1,2 mm), negli U.S.A. la maggior parte delle informazioni deve essere riportata con una dimensione minima di 1,6 mm, con un incremento quindi del 25%, che potrebbe causare più di qualche problema a chi abbia un’etichetta con poco spazio a disposizione.
I caratteri devono essere grandi almeno la metà della scritta più grande presente sul PDP (es. se è riportato il marchio aziendale con caratteri alti 10 mm, allora il nome prodotto dovrà essere scritto con caratteri alti almeno 5 mm). Il nome dell’alimento deve inoltre essere parallelo alla base dell’imballaggio, riportare un nome stabilito dalla legge, comune o descrittivo e non deve essere in alcun modo fuorviante. Il nome di fantasia attribuito dal produttore non è considerato come nome dell’alimento e non deve essere prominente rispetto ad esso. Tuttavia, se la natura del prodotto è evidente, può anche essere utilizzato il solo nome di fantasia (es. Nutella). Il nome deve essere accompagnato dallo stato fisico in cui si trova l’alimento (es. sauce, juice, etc).
La quantità netta invece deve essere presentata con caratteri la cui grandezza varia in base alle dimensioni dello stesso PDP. Deve essere espressa sia in unità metriche decimali che in unità americane (once, libbre, galloni ecc) e riportata nel 1/3 inferiore del PDP, avendo cura che la sua leggibilità non venga oscurata da altre informazioni (diciture, immagini, ecc.).
I requisiti generali per indicare la provenienza sono nome e indirizzo del produttore, confezionatore o distributore. Se il nome non è del produttore, bisogna aggiungere “manufactured for” oppure “distributed by”. Indicare l’indirizzo con strada, città, Nazione, C.A.P, riportare l’indicazione del Paese di origine in caratteri ben evidenti, in prossimità dell’indirizzo. Le lingue straniere possono essere usate, ma tutte le informazioni obbligatorie devono comparire in tutte le lingue usate.
Come per l’etichetta europea, gli ingredienti devono essere indicati seguendo un ordine ponderale decrescente. L’acqua è considerata un ingrediente e va sempre indicata, a meno che non venga rimossa nel processo produttivo. Gli ingredienti presenti in “tracce” non sono previsti, se questi dovessero essere presenti per errore nel prodotto, possono comunque non essere dichiarati ad eccezione dei solfiti, che è necessario dichiarare al di sopra dei 10 ppm. Gli aromi e le spezie possono essere riportati singolarmente con il nome comune, o identificati solo con la categoria (Natural or Artificial Flavor), mentre i prodotti che sono essi stessi mix di spezie devono obbligatoriamente riportare i singoli ingredienti.
L’indicazione degli allergeni contenuti avviene alla fine con la parola “contains” seguita dall’elenco (Grano; Crostacei e prodotti a base di crostacei; Uova e prodotti a base di uova; Pesce e prodotti a base di pesce; Arachidi e prodotti a base di arachidi; Soia e prodotti a base di soia; Latte e prodotti a base di latte; Frutta a guscio), in caratteri non inferiori a quelli degli ingredienti. Per gestire il pericolo allergeni, al Food Safety Plan viene implementato l’Allergen Preventive Control. Il primo passo è l’analisi del rischio degli allergeni per ogni linea di produzione iniziando con la cosiddetta ingredient allergen identification (identificazione degli allergeni in ognuna delle materie prime utilizzate). Il secondo passo è quello di verificare la possibilità di contaminazione durante le diverse fasi di lavorazione. Si deve quindi procede con l’analisi del rischio allergeni per ogni una delle fasi di lavorazione. Viene prevista inoltre la compilazione di un Allergen Label Check Log (per la verifica della correttezza delle etichette, per quanto riguarda la dichiarazione degli allergeni) e il cosiddetto Allergen Run Order Record (per la correttezza dell’applicazione della pianificazione della produzione).
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